“Acéptalo como yo mismo”: el valor de la hospitalidad en la Carta a Filemón
DOI:
https://doi.org/10.35319/yachay.20197046Palabras clave:
Paolo, Onesimo, Ospitalità, Amore, FraternitàResumen
La tematica principale della Lettera ruota attorno
all’incontro tra Paolo e Onesimo, che diviene un vero e
proprio Kairós per ripensare, in generale, il rapporto tra
teologia e realtà sociale. È infatti nell’incontro/scontro con la
realtà che l’uomo è portato a domandarsi il Senso delle cose,
del mondo, della vita, e quindi ad afferrare il pieno significato
della parola libertà: questo incontro non può prevedere un
atteggiamento neutro da parte dell’uomo; l’essere umano è
chiamato sempre a decidere, a scegliere. Paolo, cioè, fiducioso
di essere ascoltato, esorta un padrone cristiano di schiavi a
sfidare le convenzioni, perdonando e ammettendo di nuovo in
casa uno schiavo fuggitivo, invitandolo all’ospitalità fraterna.
La fraternità allora è innanzitutto l’elaborazione dell’arrivo del
diverso, dello straniero, del migrante che chiede spazio e cambia
la vita di chi è chiamato ad accogliere. La costruzione della
fraternità, attraverso l’ospitalità, quindi mediante l’uscita da
sé in direzione degli altri –specialmente e soprattutto i poveri–
costituisce il nucleo dell’autentica umanità, in cui la Chiesa, per
essere profetica, dovrà saper ascoltare e accogliere le domande
più profonde, divenendo così “icona” della Trinità, invitata a
configurare la sua vita e la sua missione in una vera pericoresi
che permetta di manifestare la comunione ecclesiale come
un’autentica immagine della Trinità, mediante la ricchezza
della diversità.
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